
L’arte di emozionare con gusto: intervista a Monica Indaco, wedding planner e sommelier
In un panorama ricco di professionisti del matrimonio, ci sono wedding planner che si distinguono per la capacità di andare oltre l’estetica, trasformando ogni dettaglio in esperienza. Monica Indaco è una di queste.
Wedding planner con una solida esperienza nella ristorazione e sommelier professionista, Monica accompagna le coppie in un viaggio sensoriale dove il banchetto nuziale non è solo una parte del matrimonio, ma il cuore pulsante dell’intera narrazione.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarla per raccontare la sua visione e il suo approccio, rivolto a coppie che cercano autenticità, eleganza e un’esperienza che resti nella memoria.
Ciao Monica, oltre ad essere una wedding planner, sei una sommelier e hai tanti anni di ristorazione alle spalle. Quanto conta per te il cibo, e soprattutto il vino, nella costruzione di un matrimonio indimenticabile?
Il cibo e il vino non sono solo elementi fondamentali di un ricevimento: sono l’anima sensoriale dell’esperienza. Per me, che vengo dal mondo della ristorazione e sono anche sommelier, la cura del banchetto nuziale è una vera e propria arte. Non si tratta solo di scegliere un menu raffinato, ma di creare un percorso che racconti la storia degli sposi, emozioni gli ospiti e lasci un ricordo indelebile.
L’abbinamento cibo-vino è una delle chiavi per trasformare un buon ricevimento in un evento memorabile. Ogni piatto, accompagnato dal vino giusto, diventa un’esperienza sensoriale completa, capace di coinvolgere e stupire. Per me, che sono una donna del sud, e’ un modo per coccolare gli ospiti, per farli sentire importanti, ma anche per trasmettere eleganza, personalità e attenzione ai dettagli – tutte qualità che le coppie più esigenti ricercano nel giorno più importante della loro vita.
Parli spesso di abbinamenti sensoriali. Qual è il tuo segreto per far dialogare menù, vini, scenografia e musica in un’unica narrazione armonica?
Parlo spesso di abbinamenti sensoriali perché credo che l’esperienza di un ricevimento nuziale debba coinvolgere tutti i sensi. Il mio “segreto” è partire sempre dagli sposi: dalla loro storia, dai loro gusti e dal tipo di atmosfera che desiderano creare. Ogni elemento — dal menu alla scelta dei vini, dalla scenografia alla musica — deve parlare la stessa lingua, raccontare lo stesso racconto.
Lavoro con un approccio sartoriale. Non esiste un abbinamento giusto in assoluto, esiste quello perfetto per quella coppia, per quel luogo, per quel momento. Se, ad esempio, scelgo un menù dai sapori delicati e primaverili, abbinerò vini freschi e profumati, una palette dei colori soft e una musica che accompagni con eleganza, mai invadente. Il mio obiettivo è far sì che ogni dettaglio si fonda in un’unica narrazione armonica, dove tutto ha senso e nulla è lasciato al caso. Quando questo accade, l’effetto sugli ospiti e’ sorprendente; percepiscono coerenza, bellezza e cura – e si sentono parte di qualcosa di unico.
Se dovessi raccontare un amore attraverso un calice, quale vino sceglieresti per rappresentare una coppia elegante ma passionale?
Lo racconterei con un calice di Amarone. L’Amarone è il vino degli opposti che si attraggono:potente ma vellutato, austero all’apparenza ma capace di sprigionare una profondità avvolgente. Lo sceglierei per una coppia che vive l’amore con intensità, che sa aspettare – proprio come si attende un grande vino – e che costruisce la propria relazione su basi solide, calde, ricche di sfumature. E’ il vino dei tramonti lenti, delle cena a lune di candela, dei legami che maturano nel tempo ma bruciano di passione.
L’Italia è piena di location da sogno, ma tu parli spesso dell’importanza delle atmosfere. Qual è l’atmosfera perfetta secondo te?
L’Italia è davvero un teatro naturale per matrimoni da sogno, ma la location, da sola, non basta. Quello che rende un matrimonio davvero indimenticabile e’ l’atmosfera: quel mix impalpabile ma potentissimo di luci, suoni, profumi, emozioni.
Per me, l’atmosfera perfetta è quella che riesce a riflettere l’anima della coppia. Può essere intima e ovattata, oppure scenografica e teatrale, ma deve sempre parlare il linguaggio dell’armonia.
La luce giusta, una colonna sonora pensata con sensibilità, il profumo del pane appena sfornato che si diffonde in sala, un calice che vibra tra le mani mentre si ascolta un discorso carico di emozione… sono questi i dettagli che costruiscono l’atmosfera ideale.
La vera magia accade quando tutto si accorda come in una sinfonia: il luogo, il cibo, il vino, la scenografia e la musica si fondono in un unico respiro. Ed e’ li che nasce quell’emozione sospesa che gli ospiti di un matrimonio portano con se, anche molto tempo dopo.
Hai scelto di formarti con la scuola Wedding Planners Pro. Cosa ti ha lasciato questa esperienza e in che modo ha contribuito al tuo posizionamento?
Scegliere la scuola Wedding Planner Pro e’ stata una delle decisioni più importanti e consapevoli del mio percorso professionale.
Cercavo una formazione concreta, mirata, che andasse oltre la teoria e mi aiutasse a costruire un’identità forte, riconoscibile, ben posizionata sul mercato. E l’ho trovata. Questa esperienza mi ha dato strumenti pratici, una visione strategica, tanta motivazione e soprattutto un metodo: oggi so come raccontare il mio valore, come distinguermi, come parlare al mio target con coerenza e autenticità.
Ho imparato a progettare eventi che rispecchino davvero la mia visione, quella in cui il banchetto non e’ solo un momento conviviale, ma il cuore emotivo e sensoriale del matrimonio. In un settore affollato, competitivo e anche approssimativo, Wedding Planners Pro mi ha insegnato che il posizionamento non è solo marketing, è una promessa di coerenza e qualità che fai ai tuoi clienti, e che devi mantenere, ogni giorno, con passione e competenza.
Molti vedono solo la parte romantica del tuo lavoro. Qual è invece la parte tecnica e strategica che una wedding planner non può sottovalutare?
E’ vero, il nostro lavoro viene spesso visto come susseguirsi di fiori, fiocchetti, abiti bianchi e momenti romantici, e per fortuna, c’è anche tutto questo. Ma ciò che rende davvero solida la figura della wedding planner è la parte tecnica e strategica, che lavora sottotraccia ma fa la differenza tra un evento ben riuscito e un’esperienza indimenticabile.
Parlo della gestione del timing, del coordinamento tra fornitori, della lettura del budget, della capacita’ di prevedere criticità e risolverle prima ancora che si presentino. È, soprattutto, la costruzione di un progetto coerente; dove ogni scelta, estetica, logistica e enogastronomica, risponde a una nuova visione precisa e a un obiettivo chiaro: emozionare gli sposi e stupire gli ospiti. La wedding planner è, prima di tutto, una regista: tiene le fila di un evento complesso, dove ogni dettaglio è connesso all’altro. E quando tutto fila liscio, senza che nessuno si accorga dello sforzo che c’è dietro, allora vuol dire che la parte tecnica ha fatto il suo lavoro alla perfezione.
Parlaci di un dettaglio apparentemente piccolo che ha fatto la differenza in uno dei tuoi eventi. A volte l’incanto si nasconde nell’impercettibile, vero?
Sì, ed è proprio lì che nasce la magia. Ricordo un matrimonio organizzato tra le colline toscane. A fine evento ho organizzato una degustazione di passiti e cioccolati a fine serata, allestita sotto un pergolato con luci calde e musica dal vivo. Non era prevista, anche gli sposi non sapevano nulla ma ha cambiato tutto: ha creato un momento intimo, autentico, che gli sposi e gli ospiti hanno vissuto con emozione e gratitudine.
Un dettaglio piccolo, ma capace di trasformare la serata in un ricordo indelebile.
C’è un tipo di cliente con cui ti senti in sintonia particolare? Che tipo di coppia cerca Monica Indaco e che tipo di coppia trova Monica Indaco?
Le coppie che si rivolgono a me cercano autenticità, eleganza, cura. Vogliono essere ascoltate, desiderano un evento che le rappresenti, non qualcosa di “standard”.
Chi trova Monica Indaco, trova una professionista che li accompagna con empatia, che li guida con metodo, che costruisce un’esperienza su misura. E che mette sempre al centro l’emozione e la coerenza.
Il tuo stile fonde eleganza e autenticità. Come riesci a tradurre la personalità dei tuoi clienti in un evento che sia davvero loro e non solo bello?
Parto dall’ascolto. Ogni dettaglio che scelgo ha un significato, nasce da ciò che ho osservato e sentito nei miei clienti.
Per me l’eleganza è armonia, equilibrio, sottrazione. E solo quando ogni scelta riflette davvero chi sono gli sposi, l’evento diventa autentico. È allora che non creo solo bellezza: creo appartenenza.
Se dovessi progettare un matrimonio ispirato a un ritmo, come se l’evento fosse una melodia, che tipo di musica sarebbe e perché?
Senza dubbio un bolero. Perché è una danza che cresce lentamente, con intensità, eleganza e sensualità.
Un matrimonio, per me, deve avere quel crescendo emozionale: si parte con la delicatezza dell’attesa, si svela un dettaglio alla volta, si arriva al culmine con naturalezza e si chiude con una dolcezza che resta nell’aria.
Il bolero è equilibrio tra passione e grazia, come lo sono gli eventi che amo creare.
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